Gino Sossi, professore in pensione, mi ha mandato una serie di suoi testi di quando era in quinta elementare. Non solo: mi ha mandato una fotografia della classe presentata in questo tema. Leggere le sue prose -ve ne proporrò altre, non dubitate- è anche un viaggio in un’Italia e in una scuola che non ci sono più. [ccalz]
I MIEI COMPAGNI DI SCUOLA (14 aprile 1957).
In classe siamo in ventidue e frequentiamo la quinta elementare. I tipi che si notano di più sono: Benve, Ago, Lazzarino e Sere. Benve è un tipo chiacchierone e molto sportivo, si ricorda le lezioni a memoria. Ago è il mio passatempo, stiamo sempre insieme e facciamo commenti su questo e su quello ridendo. E’ un accanito lettore di libri di avventure. Lazzarino è soprannominato “Sansone” perché è forte e robusto. Ma ha la voce da grillo. Sere, o “gambero”, è alto e magro. Gioca al pallone e fa il portiere. Quando fa le parate, si getta sulle ginocchia e poi si lamenta per il male. Ermanno è chiamato “fontanella” perché, fino all’altr’anno, piangeva per un nonnulla. Il caposquadra è Colombo. Quando marca alla lavagna qualcuno fra i cattivi, viene minacciato e allora cancella subito. Tadino è sempre imbrattato di calce, perché di pomeriggio fa l’imbianchino. Il più chiacchierone della classe è Zilio, detto anche “erburin”, perché si intromette in tutti gli affari. Se prende un brutto voto, implora la maestra di perdonarlo. Volpone fa il cameriere: accende il fornello, prende l’acqua per il tè della maestra, bagna i fiori e asciuga il banco quando l’inchiostro esce dal calamaio. Brivi è sempre l’ultimo a consegnare il tema. “Chiccolino” è il più piccolo della classe. Quando ci alziamo dal banco, i seggiolini cigolano e fanno una specie di concerto. A me dispiace di dover lasciare i miei compagni, perché sono stati con me sin dalla prima e mi hanno divertito e fatto giocare. Alcune volte vengono a trovarmi a casa e io sono contento di giocare con loro, anche perché sono della mia stessa età.
(La maestra: benino, ma non farmi comperare gli occhiali per leggere la tua scrittura…)
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