Caro Claudio, alla fine ho letto anch’io e, nonostante abbia affrontato «il sorriso» con passo da maratoneta (il più vicino alle mie inclinazioni podistiche), devo dire che questo è decisamente un libro da centometristi. Vien voglia cioè di berlo tutto d’un fiato, perché scivola via senza fatica alcuna e quando arrivi alla fine di un capitolo, scatta subito la molla che ti porta direttamente all’altro. Capitoli ben calibrati, sempre alimentati da una scrittura e da un’ironia di fondo che dal mio punto di vista non posso che definire invidiabili. Così come invidiabile e «misteriosa» è, ai miei occhi, la capacità di tratteggiare i personaggi con registri differenti ed entrando continuamente nella loro testa. Niente «crampi» insomma e nemmeno un po’ di acido lattico: per un lettore-podista davvero il massimo. Complimenti dunque: tanti e sinceri. Mi permetto, per quello che può valere, di fare solo un paio di osservazioni. Primo, visto che la seconda parte è un po’ il cuore di tutta la storia ed è sicuramente la più avvincente, forse avrebbe meritato qualche pagina in più, magari togliendola alla prima, dove il «flashback» sui Salani avrebbe retto, a mio giudizio, lo stesso. Secondo: la foto dell’autore. Con occhiali e senza nemmeno un sorriso. Ma ti pare? Sei giustificato solo perché lo scatto è di tua figlia e questo è certamente un ottimo motivo per pubblicarla. Con amicizia e stima. Manuel
Manuel, mi è piaciuta molto l’immagine che hai usato per parlare del sorriso, quella del passo del lettore. Niente “crampi”, niente “acido lattico”: ai miei occhi, per scelta molto attenti alle esigenze del lettore, questi sono molto più che complimenti. Grazie.
Quanto ai tuoi rilievi: qualcuno sostiene, anche su questo blog, che la prima parte avrebbe meritato più pagine. Qualcuno invece, come te, pende per la seconda. Insomma, ragazzi, mettetevi d’accordo… Quanto alla foto: non sei l’unico ad avermi fatto questa osservazione. Ma la foto l’ha scattata mia figlia, quindi è bellissima, proprio come lei. [ccalz]
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