Diego, o dell’amore preventivo dei libri

“… no, delle faccende della storia e della vita il conte si asteneva per legittima difesa. O per educazione, fate voi. In ogni caso, certo era certo che dal mondo e derivati il giovane Salani si teneva alla larga, non ci voleva proprio entrare”.
Da tempo amo i libri. Li amo ancor prima di leggerli. Una sorta di amore… preventivo. Certo poi li leggo. Alcuni. Ma sapere che ci sono mi tranquillizza. I libri sono un’infinita sorpresa. E le sorprese possono essere belle oppure brutte. Il suo libro è stata una bella sorpresa. Una sorpresa: come tutti i libri. Una sorpresa: perché non ero a conoscenza di questo suo progetto. Bella: perché il “Sorriso” mi è piaciuto. Anche se la mia opinione non ha l’ardire di evolversi in parametro di giudizio. Fatto sta che nelle pagine della sua opera prima (e a questo punto oso sperare non ultima…) mi è sembrato di riconoscere qualcosa. Di riconoscere l’ironica scorrevolezza (o la scorrevole ironia?) delle sue lezioni, ai tempi del suo insegnamento al liceo Sarpi. Insomma: mi è sembrato di riconoscerla. E io amo riconoscere. Quasi più di conoscere. Sebbene senza conoscenza non sia possibile riconoscere alcunché. Tranne, forse, la bellezza. Ma tant’è. La ringrazio per aver allietato per qualche ora le mie serate. E la invidio. Per due motivi. Uno: raccontare è una delle cose più belle che esistano. Lei è riuscito a farlo e ascoltarla è stato decisamente piacevole. Due: la capacità di autorigenerarsi non è così frequente nelle persone. Lei ce l’ha.

Diego Pagnoncelli (suo ex allievo del Sarpi)

Le tue parole mi hanno commosso, Diego. Per quello che scrivi sul mio libro, certo. Ma anche per quel che dici sui libri, sugli anni dell’insegnamento, del liceo. Ricordo aule magari polverose eppure ricche di gioia, di attese, di bellezza pure. Valeva la pena di scrivere “Il sorriso del conte” anche solo per ritrovare persone speciali come te. Grazie Diego. Auguro anche a te di autorigenerarti, di sorprendere tutti coloro che ti vogliono bene. Non so se vuoi, ma so che puoi. [ccalz]

 

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