Ho fallito, chiedo scusa

Il generale Perna (AP Photo/Evan Vucci, File)

Il generale Perna (AP Photo/Evan Vucci, File)

Il generale Gustave Perna facile che non lo conoscete. Eppure è il comandante in capo della distribuzione dei vaccini in America, diciamo l’Arcuri a stelle e strisce. Ecco, qualche giorno fa ha chiesto pubblicamente scusa (l’americano, mica Arcuri) per aver sbagliato le previsioni relative alla equa distribuzione dei vaccini tra i vari Stati americani. Sono arrivate meno dosi del previsto, e «io mi assumo la responsabilità per la mancata comunicazione. So che non è stato fatto abbastanza in questi giorni. Io ne sono responsabile… Ho fallito, chiedo scusa».
Quello di Perna è un unicum almeno per due motivi. In primo luogo il fare pubblica ammenda è pratica da tempo scomparsa dall’orizzonte comune: si trovano milioni di scuse pur di non chiedere scusa; ma è un unicum anche dal punto di vista simbolico: negli Stati Uniti un generale si assume la piena responsabilità se le cose non vanno come previsto; altrove i camion militari che hanno portato via le bare nella notte sono gli stessi che recano il vaccino. Viviamo circondati da strumenti di guerra e metafore belliche, scenari che intristiscono le coscienze ed i cuori, che alimentano la paura. Chissà, magari bastava un furgone arcobaleno per ribaltare la visione.
«Serve uno sforzo erculeo, e noi non siamo perfetti», ha concluso Perna. Ecco, teniamolo a mente: non siamo perfetti, esibire i muscoli non è parte della cura. L’errore è la prova del nostro essere umani, riconoscerlo è l’unica possibile misura della nostra perfezione.
 

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