E se i bambini chiedono il permesso?

La faccio più semplice che posso. Il Torneo 7 parole per un racconto è riservato ai maggiorenni, così recita il regolamento e così ci siamo figurati fino a ieri. Perché ieri in effetti è arrivata la mail di un bambino di 7 anni – immagino con la mediazione dei genitori – con la preghiera di accettare il suo racconto; subito appresso, manco si fossero dati appuntamento, da Chiari arriva un’analoga richiesta, ma doppia, frutto la prima di un bambino singolo, la seconda di alcune classi che chiedono a gran voce udienza ed attenzione. Ora, non so che fare. Dare un calcio al regolamento oppure ai piccoli scrittori? D’altronde l’anno scorso c’eravamo inventati un premio Junior, vinse Samuele Dotti di anni 8 con un racconto spietato e magistrale, roba che un adulto non riesce nemmeno a immaginare: «C’era una volta Giorgio ma morì». Ora voi capite bene che a un bambino mica si può rispondere picche, mentre un regolamento, che volete, è fatto di parole, e ne sopporta di ogni a ben vedere. E allora: avanti coi racconti dei minori, ma in una sezione a parte, tutta loro, dove i grandi non avranno udienza e men che meno accesso. Fate girare la voce tra i più piccoli, ma in 7 parole s’intende: «C’è posto per voi, fatevi sotto!».


Il regolamento del Torneo letterario.

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