Sette parole per un racconto

La sfida che vi lancio, cari lettori, è semplice e spero avvincente: realizzare un racconto di sole 7 parole. Lo spunto viene dallo scrittore guatemalteco Augusto Monterroso, richiamato da Eco e Calvino. Il suo racconto in originale conta per l’appunto 7 parole, 8 in traduzione.

Cuando despertò, el dinosaurio todavìa estaba allì.

(Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì).

Regole

La libertà d’espressione è massima, il vincolo di 7 parole è già un bel limite con il quale fare i conti. Si può spaziare da un testo poetico o descrittivo, sul modello degli haiku giapponesi, a uno più concettuale, di tipo aforistico; in mezzo ci stanno tutte le possibili varianti, in particolare quelle narrative. Potete inviare più d’un racconto, indovinate quanti? Sì, esatto, al massimo 7 per ciascun partecipante, ma inviateli tutti in una volta, altrimenti si rischia di fare confusione. Per darvi una mano nell’impresa, vi segnalo questa bella iniziativa di Mario Chiodetti, che nel lontano 2009 propose la medesima avventura per “La Provincia di Varese”, ma con una parola in meno, 6. Parteciparono in molti, mi ci ero cimentato anch’io.

Invio

I racconti vanno inviati a claudio@claudiocalzana.it. Questa mail sarà l’unico canale valido. Se non vi va di apparir di nome in pubblico, sappiate che non servono nome cognome indirizzo, basta anche il semplice nome, vi chiedo il luogo da cui scrivete per definire la provenienza dei partecipanti. Da oggi, che guarda caso è il 7, avete 21 giorni per inviare dei vostri elaborati. Dunque avete tempo fino al 28 novembre incluso, alla medesima ora ho pubblicato questo articolo, ovvero entro le 7,31 del mattino. Qui potete iscrivervi alla mia newsletter mensile, in modo che io possa più agevolmente raccogliere le vostre mail.

Giudizio

Il giudizio, con annessa responsabilità, spetta a una coppia d’eccezione: il sottoscritto e Alan Poloni, titolare della libreria Muratori di Capriolo, oltre che romanziere in proprio. Quanto ai criteri, tenete conto di un aspetto: paragonando la scrittura alla boxe, un romanzo vince ai punti, un racconto per ko. L’elemento sorpresa, insomma, è decisivo.

Premi

Innanzitutto, si vince il piacere di mettersi in gioco, senza dimenticare la soddisfazione di venir pubblicati sul mio blog, con tanto di motivazione a vantaggio dei premiati. Ho capito, non vi basta…  Il primo classificato si aggiudicherà la mia opera completa, ovvero i miei quattro romanzi, unitamente al volume Gente di Bergamo, che ospita un mio racconto, alla mia raccolta Racconti per un anno e al film che ho co-sceneggiato, Gli anni e i giorni; al secondo classificato andranno i miei quattro romanzi; al terzo, la mia trilogia (Esperia, Lux, La cantante). La premiazione – con lettura degli elaborati migliori – avverrà giovedì 2 dicembre alle 20,45 presso la libreria Muratori di Capriolo, un luogo magico per chi ama i libri, ricco com’è di volumi preziosi, per tacer del libraio… I partecipanti classificati oltre al terzo posto presenti alla premiazione verranno omaggiati con GNAM, ovvero Generi Natalizi Alimentari Mangerecci. Indipendentemente dal piazzamento, un premio speciale sarà riservato all’autore che abita più lontano da Bergamo.

E allora, che la sfida abbia inizio! Buona scrittura.


11 Commenti

  • Ida Bamberga Premarini Posted 12 Dicembre 2021 10:06

    Quando ho saputo del concorso letterario ho pensato che ci voleva una bella fantasia per avanzare una sfida del genere. Un racconto con sette parole? Sul successo dell’iniziativa non ci avrei scommesso neppure un euro. E avrei fatto bene, perché quell’euro l’avrei vergognosamente perso, visto che la fantasia non è poi un dono così raro e, in questa occasione, ha generato pensieri incredibili, folgoranti. Complimenti ai vincitori e a tutti i concorrenti che ci hanno provato. Ci provo anch’io: «Veni, vidi, vici: che bella storia, ragazzi!».

    • claudio calzana Posted 12 Dicembre 2021 10:10

      Vuole la verità, carissima Ida? Nemmeno io avrei scommesso un tallero sul fatto di ricevere i racconti non dico di 106, ma di 25 concorrenti. E invece è andata come è andata, evidentemente la voglia di esprimersi e di mettersi in gioco ha avuto la meglio. Non so se replicherò il torneo, il ricordo della fatica è ancora troppo fresco; so soltanto che, se ci sarà una seconda edizione, avrò una partecipante in più, e piuttosto agguerrita, per giunta…

  • Ettore Posted 15 Novembre 2021 16:33

    Buongiorno e grazie dell’interessante iniziativa… Per favore, mi conferma che “dell’abito” viene conteggiato due parole come nel suo esempio “l’oca”. Grazie!

    • claudio calzana Posted 15 Novembre 2021 16:35

      Sì, caro Ettore, vale proprio due. Resto in attesa dei suoi racconti, buon lavoro!

      • Ettore Goffi Posted 15 Novembre 2021 16:40

        grazie del riscontro e… mi scusi aver chiesto due volte. Credevo non fosse arrivata la prima richiesta… (per ora sono a 4 racconti…)

  • Anonimo Posted 13 Novembre 2021 13:05

    Ne ho scritti 30 e non me ne piace uno, non sono mai soddisfatto! Deluso 63

  • Mauro Posted 10 Novembre 2021 08:47

    Una precisazione: l’articolo apostrofato è conteggiato come parola? Grazie! Molto divertente, a presto!

    • claudio calzana Posted 10 Novembre 2021 08:50

      Grazie, Mauro, sì, l’articolo apostrofato vale uno, l’ho spiegato proprio ieri sera sul mio profilo facebook. Se anche lei ne ha uno, dia un occhio al mio ultimo post e troverà una bella sfilza di quesiti dei partecipanti. Attendo i suoi racconti, a presto!

  • Elle Elle Posted 9 Novembre 2021 09:54

    Ci provo, ci provo ma mi esce sempre qualche parola di troppo. C’è un segreto?

    • claudio calzana Posted 9 Novembre 2021 14:14

      Allora, caro/a Elle Elle, segreti non ce ne sono, o forse uno sì. Quando qualcosa è davvero difficile, io per farcela non cerco di semplificare ma, al contrario, complico ancor di più la sfida. Mi spiego meglio: 7 parole son poche, d’accordo, è un signor limite, bene. E se ci obbligassimo a non usare la a? O a impiegare solo la e? Oppure ci forzassimo a parlare di un determinato argomento, che ne so il calcio piuttosto che la cucina giapponese. Ecco, ogni complicazione attiva la creatività, dunque più ce ne sono, meglio funziona. Provare per credere.

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