Della carta e altri auguri

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In ‘sti giorni ragionavo sul fatto che fino a due anni fa ricevevo parecchi biglietti d’auguri per Natale, nell’ordine dei 200 suppergiù. A oggi sono a quota 4, perlomeno di carta, più qualcosa in rete. Sarà la crisi, sarà quel che volete voi, ma oggi l’augurio – che del supporto cartaceo in certo senso vive, per via della grafia, della senzazione tattile, dell’emozione visiva – se va bene si fa via web, con due righe ovvero qualcosa di più strutturato. Che, per essere all’altezza dell’emozione della carta, si arrovella in ardite performance, non ultime quelle erogate dai biglietti su misura che si trovano un po’ ovunque in rete. In azienda noi ci siamo uniformati al biglietto via web, ma pur sempre di nostro biglietto su misura si tratta.
Si favella talvolta di nuova primavera del libro, ma nel concreto talvolta dubito. La carta tra l’altro ingombra, attira polvere, invecchia. Il web con i suoi derivati dà l’illusione del veloce, simpatico, dell’eterno. Probabile che si abbia alle viste una forte dicotomia: certi prodotti di qui, in carta intendo, altri di là. Se vorremo studiare, molto meglio il libro nel suo formato classico; per passatempo, avanti con l’ebook; e non è solo una questione generazionale: per i bambini la carta, eccome no, i pop up sono spettacolari, danno il senso concreto della fiaba e della storia. Per gli anziani l’ebook che ingrandisce il carattere quanto vuoi. Non è né deve essere una guerra di religione, semmai di funzione. Pro o contro la carta?
Auguri Bruno
Nel dubbio vi allego il biglietto che Bruno Bozzetto mi ha mandato via web in risposta al mio: dissacrante, unico, geniale il Br1 nel fustigare certe abitudini farisaiche. Perché alla fin fine la questione è tutta qui: auguri sinceri ovvero di maniera? Nel primo caso, carta o non carta, un po’ te la devi pensare; nel secondo, beh, basta copiare.
 

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