Una tavolozza di colori per il manto di Maria

Simone Peterzano, Madonna col Bambino tra san Giovanni
Battista e san Benedetto
(1560-5)

Se non ho fatto male i conti, tra i quadri della mostra dedicata a Peterzano la Madonna appariva raffigurata ben undici volte. Nove le opere di Peterzano, una ciascuno per Tiziano e Veronese. In queste opere stupisce la variopinta cromia del manto, cosa che merita una spiega. In origine, cioè fino a tutto il ’400, il colore ufficiale era il nero, a richiamare il lutto per la morte del Figlio. E questo vale anche per i dipinti di Maria con il Bambino, come a dire che il destino di quella Madre era già scritto. In mostra, ad esempio, il manto della Vergine dell’Annunciazione di Tiziano (1535) si presenta per l’appunto scuro. Varianti simili le troviamo anche in Peterzano: un marrone con tracce di verde nella Madonna con bambino e san Giovannino e con qualche spunto di giallo nella Sacra Famiglia. A contrasto, nella Deposizione del Cristo il mantello è ocra, colore ottenuto grazie all’orpimento, pigmento capace di donare un colore vivace e pastoso. Vira sul verde salvia il manto dell’Annunciazione del 1577, anche se gli esempi più sontuosi sono quelli blu oltremare, diffusi soprattutto a partire dalla seconda metà del ’500. In esposizione ne troviamo uno di Veronese e cinque di Peterzano. In particolare, un paio con interno giallo, quasi a prefigurare l’abbinamento tra giacca e panciotto del Werther di Goethe. Per dar vita a questo blu occorreva il lapislazzuli, la pietra preziosa che veniva dall’Oriente. A esser più prosaici, serviva un mecenate che non badasse a spese. I committenti che non volevano sborsare troppo, ma far comunque bella figura, chiedevano al pittore di impiegare l’azzurrite, un minerale che sul momento splendeva una bellezza, ma col tempo si scuriva irrimediabilmente. Una sintesi di questa storia la troviamo al museo di Liegi, dove il manto di una Madonna scolpita in tiglio è stato più volte ridipinto a seconda del periodo. Lo strato originario è nero, a un certo punto sovrastato dal blu appannaggio della Regina dei Cieli; il barocco porta con sé lo sfarzo dell’oro, a rintuzzare il pauperismo dei protestanti; infine uno strato bianco, simbolo di purezza dopo la proclamazione dell’Immacolata Concezione nel 1854. «La statua è una, la stessa per quasi cinque secoli. Sono i colori che le fanno dire cose diverse» (Riccardo Falcinelli, Cromorama).


La tresca tra Venere e Marte secondo il Tintoretto.

 

Tiziano Vecellio, Annunciazione (1535)

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