Allegorie della Musica

Simone Peterzano, Allegoria della Musica

Nell’aprile del 1770 il tredicenne Mozart varca la frontiera italiana. Rimane per oltre un anno nel nostro Paese, cercando ogni pretesto per differire il ritorno in patria. Il punto culminante del suo Grand Tour è Venezia, dove il giovane prodigio sosta per un mese, introdotto dall’abate filosofo Giammaria Ortes. Da oltre due secoli, infatti, Venezia è l’indiscussa capitale della musica, e per svariati motivi. Qui composizioni e melodie risuonavano ovunque grazie alla quantità di chiese (se ne stimano 150!), conventi, confraternite, palazzi nobiliari e accademie. Non solo: la felice convergenza di musicisti, stampatori e costruttori di strumenti aveva dato grande impulso ai principali generi musicali. Si legge nella cronaca di Francesco Sansovino (1581), Venetia città nobilissima et singolare: «Et oltre a ciò ci habbiamo diversi studi di Musica, con stromenti, & libri di molta eccellenza […]. Et oltre a predetti luoghi ve ne sono diversi altri per la città, con diversi ridotti. Dove concorrendo i virtuosi di questa professione, si fanno concerti singolari in ogni tempo, essendo chiarissima & vera cosa che la Musica ha la sua propria sede in questa città». Non dimentichiamo poi che secondo Baldassarre Castiglione (Il Cortegiano, 1528), il perfetto uomo di corte deve saper leggere le partiture e padroneggiare l’utilizzo di «varii instrumenti». Chiarito il contesto, non sorprende che a Venezia il genere musicale si affermi anche in pittura. Che sia stato proprio Peterzano a dar vita a questo tipo di raffigurazione poco importa. Quel che conta è che ci fosse mercato, che mogli e cortigiane, senza imbarazzo, si facessero raffigurare nei panni, si fa per dire, di Euterpe, la divinità della musica, etimologicamente «colei che rallegra». I personaggi sono invece di genere maschile nei Musici di Caravaggio. Il liutista accorda lo strumento, il violinista studia la partitura. Il madrigale che andranno a eseguire narra di Icaro, che «per troppo ardir fu | esanimato e spento». La figura in secondo piano – lo stesso Caravaggio? – ci fissa intensamente a pretendere attenzione. Assorto e defilato, un grappolo per mano, Eros sembra rapito dalla magnifica e tremenda ossessione per il volo.


Storia e motivi dei tanti colori del manto della Vergine.

Di palo in frasca: quando l’arte vien scambiata per spazzatura...

Caravaggio, I musici

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