Al tempo, il Leo stava tirando insieme un libro contro gli stilisti, contro il sistema della moda, contro il Made in Italy, o Mad in Italy come gli piace scrivere e pensare. Allora, provate a immaginare l’incontro tra il sottoscritto, che se mi metto sono anche un tipo precisino, e questa specie di furetto a orologeria che macinava parole su parole, da tirarti matto per come assemblava il mondo; il quale furetto a un certo punto mi ha svelato una specie di malloppo alto così, corpo 9 spazio uno, saranno state dico poco 200 pagine, anche di più. Una ricerca della madonna sul “sistema moda”, tanta sociologia, ma anche interviste sul campo, spunti e riflessioni da lasciarci il fiato per come ti tiravano dentro. Era il brogliaccio del libro che lui aveva promesso a Boggi, quello che ha i negozi a Milano, e mica solo lì. Un lavoro che il Leo tesseva di notte per poi sfilarlo di giorno, al contrario di Penelope, tanto Ulisse chissà dov’era finito, o forse lui faceva Penelope di notte e Ulisse di giorno. Ma non perdiamo il filo. Fatto sta che si era incagliato, il Leo, e a quel punto il destino gli presenta il sottoscritto, sempre per colpa della sorella di lui, il quale sottoscritto prima si legge quel profluvio, poi s’inventa che il libro va fatto in altro modo, la gente mica ha tutto quel tempo da dedicare. Sì, ma come rifarlo? Eh, bella domanda [segue].
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