Serena, istruzioni per Lux

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Già, istruzioni per Lux. Come descrivere altrimenti quel che mi scrive Serena chissà da dove. Sono parole ispirate le sue, che per uno scrittore rappresentano la gioia più pura. Grazie, Serena, grazie di cuore. [ccalz]
 
Ci sono libri che aspetti per anni, e poi arrivano, li incontri davvero. Per me è stato così con il tuo Lux. Di te non ho mai letto nulla, è stata la prima volta. Ecco, è stata subito magia. Per chi ancora non l’avesse letto: immaginatevi una storia di provincia, l’Italia è in fondo una somma di province, una storia ambientata a Bergamo negli anni ’20. I protagonisti son gente del popolo, un fornaio, un meccanico, un fotografo e un ciclista che dalla Francia porta ‘metri’ di pellicole. E con i metri è giocoforza aprire un cinema, poi trovare un pianista, addirittura girare un film. Ma quel che conta in Lux non è la trama, no, sono lo stile, il ritmo, i dialoghi. È un parlato colto, una miscela di registri, dal divertimento che sconfina nel comico puro – finalmente un romanzo che ti fa ridere e sorridere! – alle digressioni più meditate, al cambio di passo repentino, al commento che ti fa fermare a pensarci. Ecco, Lux è un libro che quando lo finisci ne vorresti subito un altro così, perché ti rendi conto che ti ha lasciato in dote davvero qualcosa di bello: non so, un’idea del mondo, quella frase, la battuta imprevedibile, il carattere di quel personaggio. Leggete Lux, e me ne sarete grati.
 

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