A proposito di Lucio

Molti commenti al mio post dedicato al concerto di Lucio Dalla tanti anni fa. Correva il 1976, mi dice Oscar, che ha molta più memoria di me. Molti commenti che raccontano storie simili: una forte sintonia con la storia di Lucio, con quelle canzoni che ci hanno accompagnato nel tempo. Ai funerali, domenica, 50mila persone si sono strette attorno al feretro, hanno pianto, ricordato, applaudito. Eppure da qualche anno Lucio non vendeva granché, faceva concerti, certo, e dappertutto, concerti stracolmi, ma come si dice in gergo non “tirava” più. Possibile? E come mai? Qui non mi addentro, siamo nel girone infernale delle mode e tendenze, la terra di nessuno che si allunga tra il portafoglio e il cuore. Lucio era amatissimo e nello stesso tempo piuttosto ignorato dal mercato recente, mi garantisce chi è addentro nel settore. Semplicemente negli ultimi anni vendeva poco. Facile che adesso le vendite salgano di brutto, sull’onda dell’emozione. Epperò Dalla resterà sempre lì, con le sue ballate in crescendo, figlie della tradizione operistica, apparentemente semplici a leggere i testi. In effetti, a guardar bene, il percorso di Lucio è stato emblematico: dalle canzonette ai testi poetici di Roversi, più ermetici e impegnati, fino a una sintesi tutta sua che faceva canzone con ogni tipo d’emozione. Sembravano cose per bambini, delle volte, minime, minori. Figlie di quel modo di guardare le cose che è solo dei poeti e degli sfaccendati. Gente che in comune ha giusto gli occhi e il cielo.

1 Commento

  • Serena Posted 12 Marzo 2012 21:04

    “Gente che in comune ha giusto gli occhi e il cielo”. Bello, molto bello.

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