Sangue mio

Bella recensione oggi su Tuttolibri de “La Stampa” dedicata al romanzo di Davide Ferrario, “Sangue mio”, edito da Feltrinelli. Davide, bergamasco, regista cinematografico di talento, viene presentato da Andrea Cortellessa in modo molto particolare: i suoi film, scrive il critico, “hanno una forte elaborazione concettuale e strutturale ma anche un piglio diretto, quasi brusco – soprattutto fortemente emotivo. La poetica di Ferrario consiste nel preparare con la massima cura un ordito la cui forma ultima, però, si picca di lasciare al caso. Il suo è un combinato disposto di virtuosismo e improvvisazione; un cinema jazz insomma o, come direbbe lui, ‘al brucio’.” Anche in narrativa, prosegue Cortellessa, Davide funziona uguale. Ovvero, traduco io, gran lavoro sulla struttura e poi dolce abbandono a personaggi e storia.
Il tutto mi fa venire in mente che il mio primo romanzo l’ho scritto in maniera errabonda, per poi rabberciarlo strada facendo finché non mi ha soddisfatto appieno. Con il secondo mi sono detto che era meglio organizzarsi al millimetro: infatti il romanzo è andato poi per conto suo. I personaggi, le storie, hanno una loro forza, un loro destino. Inutile opporsi, tanto vale assecondarli come meglio si può.
 

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