Fuga pulita

Riprendo il commento di Massimo Tavecchio al mio post di ieri, dedicato a certi luoghi dove vien voglia di scappare. Anche a me, dopo certe giornate trascorse in macchina a rimirare il didietro dell’auto davanti, ovvero a tentar di risolvere milioni di grane, per tacere di quando non hai tempo per niente e nessuno, sorge più di una domanda sul senso di certe scelte di vita. Non per niente domenica mattina ho fatto una domanda secca a una milanese trapiantata a Verucchio: “Verucchio è una fuga o si tratta di una ritirata strategica?”. Daniela, così si chiama la signora, mi ha risposto “Forse la due”, ripromettendomi di pensarci su. Per conto mio, mi attira l’idea della fuga senza ritorno, ma subito mi tocca concludere che non me lo posso permettere e la faccenda si chiude in un amen, sepolta anche da qualche chilo di sensi di colpa. Insomma, una fuga pulita non è data, temo. Certo mi seduce anche l’idea della ritirata strategica, in attesa di tempi migliori, che poi son certo che non verranno mai. Ovvero, mi sa che ho esaurito la speranza. Morale, vi giro il quesito, per chi abbia voglia di cimentarsi.

2 Commenti

  • Claudio Calzana Posted 10 Giugno 2010 12:56

    Cosa vuoi, Massimo, l'invecchiamento è una faccenda banalmente biologica, quindi ci si può fare poco. Dopodiché, sul tema del lasciar perdere, ovvero fuggire, ovvero fare quattro balle con pensionato di turno mi vien molta voglia di condividere, anche solo per medesimezza umana. In ogni caso, se a far l'orto si sta meglio, ebbene che orto sia, senza troppi sensi di colpa, che già abbiamo la tangenziale che ci rovina le giornate.

  • massimo tavecchio Posted 9 Giugno 2010 14:11

    E così dopo aver (da tempo) archiviato ipotesi di fughe / ritirate più o meno definitive non ci resta che attaccarci ai relativi surrogati provvisori, o meglio, temporanei.
    Del tipo: un racconto di Piero Chiara, un bicchiere di Chianti, quattro balle col ferroviere in pensione, fare l'orto.
    L'unico dubbio: non è che si sta invecchiando? A presto

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