La prima volta piace

Questa cosa che mi sono inventato di rubricare le mie prime volte sta avendo un buon riscontro. Ci sono commenti qui sul blog e anche qui su Facebook. Chiariamo: la rete consente di avere più “qui” nello stesso tempo. Morale, ho intenzione di proseguire, anche e soprattutto tirando fuori dalla memoria delle prima volte in cui ho fatto pessime figure, così ci divertiamo. Ma torno a chiedere ai lettori amici frequentatori assidui occasionali: scrivetemi le vostre prime volte, seguendo le mie, se volete, o proponendo quel che il gioco vi rammenta. Le pubblicherò tutte con un commento su misura.
Mi raccomando, in questo gioco non c’è metodo, non c’è un prima e un poi, un dritto e un rovescio: quel che viene, viene, deve saltar fuori un’enciclopedia sullo stile (magari) di quella di Borges. In “Altre inquisizioni”, molti di voi rammenteranno, l’argentino ricordava una certa enciclopedia cinese che così suddivideva gli animali: “a) appartenenti all`Imperatore, b) imbalsamati, c) ammaestrati, d) lattonzoli, e) sirene, f) favolosi, g) cani randagi, h) inclusi in questa classificazione, i) che si agitano come pazzi, j) innumerevoli, k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, l) eccetera, m) che hanno rotto il vaso, n) che da lontano sembrano mosche”. Ecco, un elenco così mi è sempre piaciuto, perché nella sublime ironia dello scrittore argentino ci sono la cura del limite, la felicità dell’inutile, la gioia dell’approssimazione, la vittoria del quasi. Eccetera.
L’illustrazione è di John Kelly, pittore australiano nato nel 1965 e attivo a Londra: Dobell’s Cow on Trestles, 1993 [La vacca di Dobell sul cavalletto, (Dobell è uno scultore, nonché una divisione elettorale, del Nuovo Galles del Sud, lo stato australiano con capitale Sidney)].

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